Tratto dal Ciclo: "ENIGMI"

VOLI PINDARICI


Sorgo 

levitando alto, 

libero

dal suolo grave.


Un cirro di nuvola matta 

trattiene la mia caviglia

rovinando l'ala

dei calzari d'Hermes.


Incerto e in apnea, 

sopperendo con altre ali,

evito lo stallo 

e precipito frenando

a ritoccare terra.


Raccolto tra gli sterpi 

da nude

e infedeli braccia

come un Icaro fallito,


sono 

tribalmente tatuato.


Comprendo solo ora 

quel falco rupestre,

inanellato, 

scampato alla gogna

di un'arabesca gabbia

di ferro arzigogolato,

sospesa ad un trespolo

nell'angolo più buio

di una stanza viziata.


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