Tratto dal Ciclo: "ENIGMI"

SULLA DUNA


Se non vado errato,

fresco ponente

tra dita lasche.

da là su avrei sfiorato.


Vento che mente

tra poche frasche

su cespi di salicornia

inghiottita da nuda sbornia.


Sazio il pugno di sabbia

e il sorriso va giù

in tasche bucate,

su spasmi di rabbia

della mia pelle di carta.


Carta stropicciata e unta

di ricalcato inchiostro,

tatuata su vetri appannati

pregando il padrenostro,

indi si placa ogni mostro.


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