Tratto dal Ciclo: "ORIZZONTI"

CINQUANT'ANNI FA


Un nome, uno qualunque, come

di simili c'è ne sono tant'altri;


eri tu, coi calzoncini strappati

sopra le ginocchia sbucciate,

e le scarpette a stivaletto

calpestavano l'acquoso prato,

di astri costellato.


Indietro, il vuoto, la fame

di un altro sole, inchiodato

al cielo per cento ore e più.


Passavi e ripassavi, a capo chino,

tra vicoli ciechi e fossi di campagna

dove il rumore riecheggiava melodie,

dove ti accorgesti, solo a testa alta,

d'esser scivolato sul tempo,

di paglia rinsecchito.


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