Tratto dal Ciclo: "FRAMMENTI"

1966


Mi incipriò mia madre

e tacquero 

le ore d'attesa.


Mi onorò il nonno

e giunsi 

a inerpicate vette.


Mi rimbrottò mio padre

e ruzzolai 

cupo a valle.


Mi dileguai dall'orizzonte

e capitai

tra gentili braccia.


Mi inebriò la pargola innocenza

e tutto si compì.


Tra le folate 

di un libeccio marino,

che intiepidisce 

i perenni frumenti,

rassegnai 

la cagionevole disfatta,

con solinghe 

canzoni d'argilla.


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