Tratto dal Ciclo: "ENIGMI"
L'EREDE
M'immaginavo
tutto diverso,
non doveva esserci
tanto storpiume
in quei giorni già acri.
Quella traccia vitale,
che di vita viveva
nei picchi di uno schermo,
abbozzando un misero
battito cardiaco.
Quel respiro stanco,
che di vita viveva,
mentre trapassava le ossa
fino ai vacui polmoni,
in cerca di nuova linfa.
Quella stanza stretta,
che estingueva fiacca
giorno per giorno
nell'anfrattuosità
delle mie pupille.
Fino a quando,
da vero eroe spartano,
mi lasciasti erede
di un'ultima impronta,
la tua dignità di uomo.