
Tratto dal Ciclo: "ARDORI"
L'INVIDIA DEL MARE
Follemente s'abbattono
i frangenti a riva,
come schiumose lingue
sui miei passi irrisolti,
e io di congiunzioni
rinnovo l'ieri.
E se raccolgo
un gracile arbusto,
riecco la nostalgia
del tuo nome,
che pur' scriverei
per ore, senza timore,
sulla battigia
del nostro mare.
E se incido all'insù
la tua iniziale,
già basta,
che quasi lì m'appare,
l'ipnosi del tuo
sorriso sciamare.
E il fragore or' ora
si fa più intenso
e sovrasta,
della tua voce,
la mitezza.
E di salsedine
mi giunge pur' la tua
ultima carezza.
E nel vuoto tendo
le dita tra le tue, prima
che l'invidia del mare,
dissolva il destino
del tuo nome,
fagocitando con sé
la mia triste follia.