Tratto dal Ciclo: "ORIZZONTI"

MANI PATERNE


Trambusti di portoni 

scortavano mesti brusii,

che, 

come zimbelli 

dal vento mossi,

ingannavano 

il mio incedere incerto.


Sul dorso della mano ciotta,

lentiggini smerlate 

di boriose galassie 

notturne,


nutrivano in me 

bizzarre visioni.


Fiutavo 

dal suo calloso palmo,

olezzi d'arditi mestieri,

svolti a destreggiar 

vivacemente

manici di remissivi arnesi.


Volgendo l'altra mano, 

lo stupor' mio

basiva di timore 

per quel carniere

di pennuta selvaggina

proteso alto 

a venerar trofeo.


Effluvi perseveranti 

dilatavano

forme di figurate movenze

annerite 

da covati rancori

della mia separata 

assenza.


Adoravo e compulsavo

per quella paterna mano,

rassegnando fine 

quando,

sul mio capo, 

pudicamente

s'adagiava un'avida carezza.


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