Tratto dal Ciclo: "ENIGMI"

LO SQUARCIO


Stasera mi sbrana

un latrare di cani.

Io come loro,

affamato da fame

che si torce nel gorgo.

Io, sembianza di lampo,

sguizzo, come preda

nel vento disfatto dai cani.

Io, che acciuffo guaiti

a fionda scagliati

nelle notti dell'indomani,

e poi baleno sfavilli d'abbagli:

io, squarcio l'iride ai sogni.


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