
Tratto dal Ciclo: "ORIZZONTI"
METAMORFOSI
Nella noia di un'altra attesa,
che inchioda l'ansia d'ogni amante,
che viaggia nel molle dondolio
d'un treno senza rotaie,
una mano mi spinse.
Nel male del possesso,
che anestetizza la pazzia
rifugiata nel luogo
di un tempo fantasma,
temendo quel dio
che non è più venuto,
una mano mi strinse.
Nel capogiro mentale
d'una vita come tante
sulla via dell'estinzione,
incisa nel silenzio
di quelle anime che giocano
nell'aritmia del vento,
mentre tutto resta lì dov'era,
una mano mi spense.
Nel sadico vagabondare
d'un cielo stellato,
viandante nell'insonnia
della mezzanotte,
che porta sin d'ora con sé
qualcosa di buono
come dono di pace,
una mano, ovunque, si spanse.
E tu,
felicità di sana innocenza,
senza sensi di colpa,
persa nei viottoli
delle mie metamorfosi,
prima che suoni
l'ultima campana,
lasciami negli occhi
una goccia di mare
così che io possa
tornare a vagare.