Tratto dal Ciclo: "ENIGMI"

TENDIMI LA MANO



Sontuoso e leggiadro

il cielo, da su, mi adocchia

severo stasera,

e luccicabondo

un lampione dal borgo,

li giù,

intristito mi desta.



S'effonde la tenebra

in affanni di abulici

affari di guerra,

e a manca mi drizza

lo scroscio d'una sorgiva

che stilla gameti,

poiché sorgano eredi.



E io con me dimoro

nel silenzio colmo di tutto,

senza pensiero, né parola,

né gesto alcuno,

nell'attesa che di pietà

mi tenda la mano qualcuno.


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