Tratto dal Ciclo: "ORIZZONTI"

GLI ARATRI


Giacciono gli aratri

sotto le siepi

dei viridi mirti

floridi e irti

com'algidi presepi.



Fissano mesti il cielo

che d'anarchia imperla

di miope platino velo,

dolente come una sberla,

l'azzurro di luce stanca.



Romba lo squasso

quello strano sapore in bocca,

come una nebbia sciccosa

che sciama lenta e sugosa,

a ipotecar' l'ipotenusa 

di margherite dall'iride giallo.


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